Piccola impresa

Finanziamento del capitale circolante

Liquidità a portata di mano

Capiamo meglio:

Nella gestione di una piccola azienda, a volte, la riscossione dei pagamenti può risultare complicata, facendo emergere problemi di liquidità. Un’azienda, che abbia venduto i propri prodotti con fattura a 60 o 90 giorni, vedrà i suoi crediti commerciali fermi per mesi, senza poter essere sfruttati, con il rischio di rimanere a corto di denaro per far fronte alle esigenze aziendali.

 

Il finanziamento del circolante consiste nella messa a disposizione di un fido o di un plafond, concesso in formula “salvo revoca” nel caso in cui non vi sia un termine o a 12 mesi, che permette di portare allo sconto fatture, ri.ba. o altri effetti impiegando parte del fido accordato. Il fido accordato torna a essere disponibile una volta che l’effetto presentato abbia generato un incasso da parte del cliente e venga portato a decurtazione dell’utilizzo con apposita canalizzazione del flusso oppure mandato all’incasso a favore dell’istituto di credito erogante.

 

In tal modo, si ha la possibilità di stabilizzare la propria riserva di cassa e di far fronte più facilmente al fabbisogno relativo ai propri debiti.

I due strumenti più rappresentativi dello smobilizzo crediti sono il factoring e l’anticipo fatture o altri effetti bancari.

 

Factoring: l’azienda stipula un contratto con un intermediario finanziario per farsi anticipare delle fatture, a fronte del pagamento di una percentuale del valore nominale del credito.

 

L’istituto può assumersi o meno il rischio del mancato pagamento in cambio dell’anticipo di una parte o dell’intero valore nominale del credito, permettendo un’immediata immissione di liquidità all’azienda. Il factoring è, inoltre, conveniente per ridurre i costi amministrativi e gestionali, dando in outsourcing la gestione dei crediti, soprattutto se rilevanti e concentrati su singoli nominativi.

 

Le soluzioni di factoring richiedono tuttavia condizioni in termini di pacchetti di fatture da cedere, o di percentuali di commissione trattenute, a seconda del rischio collegato alla qualità del cliente ceduto.

 

 

Anticipo Fattura: l’azienda presenta ad un istituto di credito una fattura emessa non matura, affinché la banca eroghi una somma di denaro all’impresa. L’azienda, quindi, cede alla banca il proprio credito commerciale per ottenere in cambio immediata liquidità. Nella maggior parte dei casi, non viene anticipato l’intero importo della fattura, ma solo una percentuale che può indicativamente raggiungere l’80%.

 

L’anticipo sulle fatture non viene concesso in modo automatico dall’istituto di credito una volta che lo stesso abbia stanziato il plafond, ma prevede delle verifiche preliminari da parte dell’istituto di credito circa la solvibilità delle controparti cedute. L’anticipo prevede, inoltre, l’applicazione degli interessi da parte dell’istituto finanziario e può comportare anche dei costi aggiuntivi legati alle operazioni (commissioni di istruttoria, commissioni di registrazione di quotazione delle fatture, insoluto).

 

 

Anche per quanto riguardala conversione in cassa del proprio magazzino, abbiamo due prevalenti soluzioni: il pegno rotativo e l’inventory financing.

 

Parliamo di floating charge o pegno rotativo quando gli affidamenti sono concessi con una garanzia su un pegno rotativo sulle scorte. Il concetto di rotazione è proprio legato al fatto che occorre disporre di prodotti fungibili in modo da mantenere il rapporto tra fido e garanzia richiesta dall’istituto affidante.

 

Viceversa, forme più elaborate vengono identificate con l’espressione inventory financing e prevedono l’acquisto a titolo oneroso delle rimanenze dell’azienda da parte di una società di cartolarizzazione, capitalizzate da investitori terzi. Nel momento in cui si concretizzasse la vendita al cliente, l’azienda ricomprerà le scorte stesse, remunerando la società di cartolarizzazione.