La cessione del credito è un contratto tramite cui l’azienda (cedente) trasferisce la titolarità del diritto di credito ad un terzo acquirente (cessionario) dietro al pagamento di un prezzo di acquisto, al fine di anticipare i normali tempi di riscossione e migliorare la propria situazione di cassa.

 

 

I presupposti per la cessione del credito sono due:

 

• È necessario essere titolari della posizione soggettiva da cedere.
• Bisogna avere la disponibilità della posizione soggettiva. Restano esclusi dal novero dei diritti cedibili i cosiddetti diritti indisponibili, dichiarati tali dalla legge o indisponibili per loro natura.

 

 

La cessione del credito può configurarsi come un’operazione di natura fiscale oppure commerciale:

 

 

• Nel primo caso, quello di natura fiscale, l a cessione dei crediti è un’alternativa alla fruizione delle detrazioni spettanti per interventi edilizi come Superbonus, Bonus Ristrutturazioni e Bonus Energia oppure dei bonus per l’installazione di  impianti solari fotovoltaici, nonché di alcuni bonus Covid
• La cessione dei crediti commerciali, invece, è riferita ai crediti liquidi ed esigibili delle imprese, che possono essere oggetto di cessione con l’obiettivo di ottenere liquidità immediata.

 

La cessione del credito dovrà essere conclusa con un accordo scritto tra Cedente e Cessionario che cristallizzi i termini dell’accordo nonché il prezzo pattuito per la relativa cessione.

 

Esistono due tipi di cessioni del credito che è bene conoscere:

 

• Cessione pro soluto: in questo caso il creditore garantisce solo l’esistenza del credito ceduto, non il fatto che il debitore lo pagherà. In questo modo il rischio dell’inadempimento passa al cessionario
• Cessione pro solvendo: il cedente garantisce sia l’esistenza del credito sia la solvibilità del debitore. Se il debitore ceduto non paga, il cessionario ha diritto di rivalersi sul cedente. Questo tipo di cessione, tuttavia, risulta poco comune sul mercato.